Due brevi estratti per aiutarci a riflettere.
“Cercate di utilizzare lo sport come analogia della vita, per imparare a vivere. Il campo di gioco o l’attività’ in palestra è come la vita; uno può fare sport per passare il tempo, per “mostrare i muscoli” oppure per diventare più se stesso.
Il valore dello sport è che è analogia della vita, perché il vero campo da gioco è la vita. Così, anche il sacrificio che lo sport richiede svela meglio la sua natura buona e l’esigenza di motivare in modo adeguato un sacrificio. Bisogna far vedere il nesso tra il sacrificio e il risultato cioè la convenienza per una vita più umana.
E poi, se i ragazzi crescono nella loro umanità, riusciranno meglio anche nello sport. “……..”Vincere è sfruttare bene i talenti è riconoscere i talenti che Dio ci ha dato. Perdere è capire quali talenti abbiamo e quali capacità dobbiamo ancora capire. Se ce la metto tutta e perdo non è una sconfitta senza valore:sono chiamato a scoprire quali sono le mie doti.”
Dalla Omelia di Giovanni Paolo II alla Messa per il Giubileo internazionale degli sportivi – stadio Olimpico 12/4/84
“..ogni atleta, prima di essere un individuo dotato di muscoli saldi e di pronti riflessi, è una vera persona umana, in grado di trascendere qualsiasi riduttivo condizionamento in forza della sua intelligenza, della sua libertà, e quindi anche capace di affermare nelle sue azioni ciò che è conforme obiettivamente al giusto, al vero, al buono.
Non vengano mai meno, quindi, tra di voi il gusto della fraternità, il rispetto reciproco, la magnanimità e , se occorre, il perdono, nella leale comprensione reciproca.
Fate in modo che l’uomo non sia mai sacrificato all’atleta!”
Dal Discorso di Giovanni Paolo II ai giocatori dell’Associazione Calcio Milan 20/12/86
Paolo Andreoli