Udine, 6 marzo 2012.
Sono a casa con l’influenza e ne approfitto per mettere un poco di ordine nel sito del Delfino. Già che ci sono vado a dare un occhio anche alla mail box del nostro Presidente, tanto per vedere se c’è qualche novità che non ha pensato di comunicarmi. Solo circa 182 e-mail da leggere! Sapendo della poca dimestichezza del nostro amato Presidente con la modernità di internet decido di ripulire la mailbox almeno dalla pubblicità, e quindi comincio a scorrere le mail fino a quando una attira la mia attenzione. L’oggetto è “Val Rosandra”, la gita di fine anno del Delfino.
Apro la mail e la leggo una prima volta.
La leggo una seconda volta.
La leggo una terza volta e mi dico “ma per meno di questo non vale la pena di fare quello che facciamo ogni anno con il Delfino e con Andar per Monti”.
Perché Andar per Monti non vuole solo essere un andare per monti, ma è specialmente incontrare persone così.
E per non tenervi ancora sulle spine ecco il testo integrale.
Cari amici del Delfino, che conosco da tanti anni, ma non ricordo mai i nomi.
Grazie della gita.
Per me è stata una gita fantastica perche ho fatto cose che non faccio mai, che faccio troppo poco, che erano anni che non facevo.
E mi riferisco al camminare in Valle (o almeno in parte della Valle), pregare e cantare in coro.
Il percorse che il nostro capo gita ha scelto è stato un percorso particolare, un’immersione nel passato, nella storia della mia famiglia.
Siamo saliti sul Monte Carso lungo il Sentiero del Maestro, il sentiero che 30 anni fa dedicarono a mio padre, visto che era stato tracciato l’anno della sua morte e che io avevo fatto una volta sola, poco dopo. Alcune guide riportano questa denominazione, altre no, non importa, per me resta il sentiero del Maestro. Siamo passati per il cippo Comici e per la chiesetta di S.Maria in Siaris, anche qui anni, anni, ma veramente moltissimo che non ci tornavo. Ci sarò stato che ero bambino. Ci siamo fermati a pranzo in un ex casello ferroviario gestito dalla Società Alpina delle Giulie. E a farci da padrone di casa e cuoco c’era Mario Gherbaz, vecchio speleologo, grezzo ma sincero, che conosco da sempre. Anche lui amico di papà; (mio padre) che è stato per trent’anni il Presidente del Gruppo Grotte, la mitica “Commissione Grotte E. Boegan”, il gruppo speleo più antico del mondo ancora in attività.
Avete cantato in coro canzoni alpine, mi sono unito al coro. Di nuovo, un tuffo nel passato, nei tempi in cui io ero più giovane e loro c’erano ancora. Poi l’ultimo tratto, dopo aver lasciato la Ferrovia, per raggiungere la macchina è stato un pezzo di sentiero che ho fatto con mamma nel 2009. Sapevo che bisognava passare di la, forse per questo sono partito in anticipo, volevo farlo da solo, in silenzio. Che pazzo sono stato a portare una vecchia di 90 anni per quel sentierino. Ma ce l’abbiamo fatta senza farsi male. E credo sia rimasta felice. L’ultima volta che è venuta in Valle.
Ancora grazie
Furio
Grazie a te, Furio, ti aspettiamo alle prossime gite.
Paolo Andreoli