Lunedì 19 dicembre, mancano pochi giorni a Natale e meno ancora alle vacanze.
Il tempo non è bello, anzi è umido e potrebbe anche piovere. In tal caso, per quest’anno solare non ci sarebbe più allenamento per i giovani calciatori del Delfino. Forse sono le preghiere di Primo, e così il tempo regge.
I ragazzi sono sulle corde, non è la solita tensione che si avverte quando sono costretti a rimanere a lungo chiusi in casa.
È infatti il giorno della partita, la partita vera, per molti di loro la prima partita vera.
Tra poco arriverà una squadra abituata già da mesi alle gare di campionato: sono i ragazzi del Cussignacco, che Stefano Cavedon, papà di Simone, è riuscito a contattare due settimane fa, visto che un’altra possibile sfida era svanita. Grazie Stefano.
Al Delfino si inizia già a prenotare le maglie – le solite oggi non si usano – ad ascoltare con più attenzione le disposizioni dell’allenatore Jano, a chiedersi e a chiedere a che ora arriveranno gli avversari. E’ difficile ripetere i soliti esercizi: tutti hanno la testa nell’imminente incontro.
Con molto anticipo sul previsto, vengono distribuite le magliette nuove, mai viste, di un verde che richiama i colori sociali del delfino e che il presidente Primo – grazie anche a lui!- ha portato per l’occasione.
I piccoli, che fino a pochi minuti prima, eccezionalmente, si stavano allenando con Giacomo nel settore dei grandi, vengono rimandati in fondo al campo: il loro battesimo sportivo non è ancora giunto.
I preparativi sono ormai completati, con le porte inaugurate qualche mese fa, i paletti per i calci d’angolo, una serie di cinesini a delimitare i bordi del terreno di gioco, che a stento riusciranno a trattenere il numeroso pubblico.
Si avvicinano le 17.30, e all’improvviso dal cancello entra un primo gruppo di ragazzini sconosciuti, curiosi ed intimoriti, poi qualche adulto che li sollecita a cambiarsi, altri ragazzini ancora ed infine un sostanzioso gruppo di papà, mamme, fratelli e qualche nonno, che nel buio della sera vanno a mischiarsi tra il pubblico locale già presente.
Dallo spogliatoio esce la squadra vestita di rosso, con tanto di pantaloncini e calzettoni; anche questa maglietta è davvero bella, e tra poco vedere entrare in campo per le foto e per la sfida verdi da un lato, rossi dall’altro, con al centro un arbitro con divisa ufficiale bianca, diventerà il nostro modo per festeggiare il 150° dell’Unità d’Italia.
La tensione aumenta, il Cussignacco è certo più professionale nella preparazione, mentre il mister del Delfino deve stabilire i turni per fare giocare tutti (ci sono in attesa 18 tra ragazzi e ragazze).
Gli ultimi accordi prevedono una partita 9 contro 9, con tre tempi da 15 minuti.
Si inizia, tutto un lato del campo è gremito di spettatori intirizziti dal freddo, ma subito calorosi nel tifo. Il primo tempo è assai bello, equilibrato, con maggior disposizione tattica del Cussignacco, ma folate improvvise degli attaccanti del Delfino, capitanati da Giacomo con la fascia al braccio e insensibile al freddo, come sempre. In porta Davide è insuperabile, mentre un altro Davide, fino all’anno scorso al Delfino, si farà notare tra i rossi del Cussignacco. Si termina sullo 0 a 0, il risultato non è male e sicuramente è stato rotto il ghiaccio.
Nel secondo tempo entra chi non ha giocato: un paio di cambi nei rossi, e tutta la squadra verde. Il predominio del Cussignacco aumenta, nel Delfino il nuovo portiere Luca compie importanti parate, ma alla fine si chiude con il Cussignacco in vantaggio per 2 a 0.
Il terzo tempo viene suddiviso in due frazioni, per permettere ancora una volta la rotazione dei giocatori. Il Delfino rischiera i suoi pezzi forti, ha preso coraggio e si avvicina più volte alla porta avversaria. Il Cussignacco si difende con ordine, mantiene la propria rete inviolata e così il risultato non cambia, e mancano pochi minuti alla fine.
Nell’ultima frazione è di nuovo il Delfino, ora capitanato da Pietro, a patire maggiormente il turnover: nel giro di pochissimo il Cussignacco, con i suoi attaccanti lasciati troppo da soli, realizza una, due, tre volte e così, nonostante gli ultimissimi cambi disposti da Jano, per cercare il gol della bandiera, il risultato finale, ma solo quello, è una piccola batosta:0 a 5.
Pazienza, ragazzi, è stata comunque una giornata importante, ed è stato importante anche conoscere i propri limiti, e rispettare di fatto e non solo a parole gli avversari.
Alla fine, come da tradizione, è arrivato il momento delle premiazioni, dei festeggiamenti e degli auguri: vicino agli spogliatoi vengono offerti cioccolata calda, bibite, pandoro, un Buon Natale ed un arrivederci a lunedì 9 gennaio 2012.
E la prossima volta andrà meglio…