L’Associazione Sportiva R.D. ll Delfino, propone per domenica 29 Agosto 2021 il “Malga Glazzat Alto”.
RITROVO E PARTENZA: ORE 9: 30 Moggio Udinese Pzz.le Gino Nais presso monumento ai caduti- ingresso campo sportivo
Ulteriori informazioni scaricate il Volantino
ISCRIZIONI: entro il 25 Agosto sul form che trovate al link:
http://www.ildelfinoudine.it/iscrizioni/andar-per-monti/
Domenica 29 Agosto.
Gita a Malga Glazzat Alto e anello del Cuel da lis Jerbis.
Sabato le previsioni meteo per il giorno dopo non erano entusiasmanti. Cielo coperto al mattino e precipitazioni a partire dalle quattordici. Dopo una rapida consultazione via Whatsapp decidiamo che comunque si può fare: appuntamento confermato, k-way nello zaino e si va! Alle nove (quasi) in punto di Domenica mattina siamo tutti in piazza Gino Nais a Moggio Udinese. Amici vecchi e amici nuovi. Con le macchine risaliamo la Val Aupa fino a Sella Cereschiatis (1066m) da dove, lasciata la strada provinciale, imbocchiamo la forestale che porta alla meta della nostra gita. La strada forestale attraversa boschi di faggio ed a tratti si affaccia su dirupi mozzafiato. Superata una prima serie di ripidi tornanti arriviamo ai prati di Glazzat Basso (1155m). Saliamo ancora fra le prime abetaie e raggiungiamo Malga di Glazzat Alto (1348m). Parcheggiamo le auto e issiamo gli zaini in spalla. I ragazzi della malga ci accolgono con la gentilezza e la pacatezza di chi ha scelto di vivere e lavorare lontano dal trambusto e dai ritmi cittadini. La bellezza del luogo e del panorama ci hanno subito stupiti. Il Glazzat è un monte erboso e rotondeggiante che si affaccia sulla Val Canale sopra Pontebba. La cima è completamente adibita a pascolo e l’assenza di alberature sulla sommità regala un’ampia vista panoramica sulla valle sottostante e sull’arco alpino. Grazie all’occhio esperto di Paolo riconosciamo varie cime: lo Zuc dal Bor, il Gleris, il Cimone, il Montasio, il Canin, il Cavallo e altri ancora. Qualcuno forse anche ce lo inventiamo. Chissà?!
Dopo aver detto tutti assieme l’Ave Maria al cospetto dei monti ci mettiamo in cammino. Purtroppo, come da previsioni meteo, le nubi grigie incombono abbastanza minacciose fra il monte Cavallo e lo Zermula. Facciamo quasi finta di niente e ci avviamo con passo deciso e allegro verso i boschi. Salito un primo tratto abbastanza ripido la carrabile si interrompe e noi imbocchiamo il sentiero che in lieve pendenza si inoltra nel bosco più fitto. Il clima è fresco, il sottobosco sta restituendo la frescura che ha accumulato durante la notte e si cammina molto bene. A valle abbiamo un maestoso bosco di faggi, a monte gli altissimi abeti. Luoghi gloriosi per cercatori di funghi porcini e mazze di tamburo. Ma la luna non è ancora quella giusta e non incontriamo né funghi né fungaioli. Dopo poco più di mezz’ora di marcia giungiamo al Cuel da lis Jerbis (1537m), punto più alto della nostra passeggiata e sosta designata. Qui il bosco si apre in un bel prato di montagna dove troviamo una seduta ricavata da tronchi d’albero. Ci accomodiamo e facciamo uno spuntino. Usciti dal bosco possiamo dare un occhiata più attenta al cielo che resta grigio. Ma da qui non vediamo più le nubi minacciose che avevamo finto di ignorare alla partenza. Ottimismo. Mentre gli escursionisti più piccoli riposano ancora un poco presso la seduta in legno, la maggior parte di noi guadagna la cima del colle affrontando una breve salita fuori sentiero. Dal punto panoramico si scorge giù nella valle la strada che sale da Studena (Pontebba) e, passando da Cason di Lanza, svalica oltre lo Zermula per raggiungere il comune di Paularo. Paularo e Pontebba, nella nostra geografia mentale per lo più automobilistica, sono solitamente percepiti come due luoghi lontani e collocati in parti diverse della regione. Paularo in Carnia a nord di Tolmezzo e Pontebba in Val Canale sulla strada per Tarviso. Da qui scopriamo che sono in realtà molto più vicini fra loro.
Torniamo giù al prato, dove i piccoli escursionisti ci attendono. Finita la sosta riprendiamo il sentiero che scende a valle verso Sella Cereschiatis. Giù per il bosco di faggi costeggiamo un rio inizialmente secco che più scendiamo più si arricchisce d’acqua. Diventa un ruscello più o meno nel punto in cui noi lo guadiamo. Lasciamo il sentiero che prosegue a valle e alla sua sinistra troviamo la via che procedendo a mezzacosta ci riporta al nostro punto di partenza. Usciamo dal bosco e sulla carrabile che solca i pascoli di Malga Glazzat troviamo il regalo più bello: sembra proprio che le previsioni meteo fossero sbagliate. Non pioverà più. Il cielo è azzurro, Niente più nuvoloni minacciosi. Restano solo alcuni innocui e simpatici nuvolotti bianchi che il vento fresco e asciutto sposta da una vetta all’altra. Il sole splende sui bianchi sassi che scricchiolano sotto gli scarponi. Sono le tredici, siamo in perfetto orario. In poco più di due ore di cammino abbiamo completato il nostro itinerario. Ancora pochi passi ed eccoci alla malga dove ci attende un meritato ristoro. Gli avventori sono numerosi. Le tavolate, all’aperto e protette da strutture a teloni, sono tutte occupate. Tranne la nostra che abbiamo prenotato per tempo. In malga preparano deliziose ricette a base di ingredienti tipici che producono qui. Gnocchi al ragù di agnellone, fregolòtz alla ricotta e erbe, ottimo frico con patate e formaggio di montagna, torte fatte in casa e gelato di latte delle mucche che pascolano nei prati lì di fronte. Malga Glazzat è un agriturismo con possibilità di alloggio gestito da giovani ragazzi di Moggio che alcuni anni fa si sono riuniti in azienda agricola. Producono formaggi e allevano mucche, pecore e maiali. Il menu è ottimo, i sapori sono genuini e la birra è fresca. Il panorama è stupendo. Siamo contenti. La gità che abbiamo fatto è la camminata più fruibile per dislivello e tempo di percorrenza della zona del Glazzat. E’ adatta veramente a tutti. Ci sono anche altri percorsi leggermente più impegnativi che possono dare belle soddisfazioni a chi volesse visitare questi luoghi. Con una deviazione di poco più di un’ora dall’anello che abbiamo percorso si può raggiungere ad esempio la Vetta della Crete dal Cronz (1664m). Altri percorsi che partono sempre da Malga Glazzat conducono in luoghi di interesse storico relativi alla prima guerra mondiale. Dopo pranzo restiamo ancora un poco a goderci la pace del posto, le montagne e l’aria pulita. La malga è molto confortevole, gli spazi esterni ben curati. A disposizione degli escursionisti troviamo delle invitantissime sedie a sdraio. Qualcuno di noi ha potuto così godersi un sonnellino digestivo. Altri hanno optato per caffè e grappe alle erbe di montagna. I più piccoli si sono divertiti con la tenda indiana e altri giochi all’aperto. E la compagnia degli Amici del Delfino? Ineguagliabile come sempre!
Grazie a tutti.
Andrea